(Ass. Cult. Medinsud, 2010)
Ci siamo concentrati prevalentemente sulla rielaborazione di brani da vari Paesi e di diverse epoche.
Da sempre siamo interessati alle possibili porte di comunicazione fra le diverse culture, all’ affinità delle forme, agli strumenti musicali che si assomigliano e dialogano secondo un principio che vorrebbe evidenziare l’armonia e non il conflitto fra le diverse culture: nella musica come nella politica e nella vita di ogni giorno.
Alcune danze celtiche e irlandesi presentano punti di contatto coi saltarelli del Centro e con le tarantelle del Sud Italia. Certi canti popolari svedesi hanno una vocalità “portata” che è assimilabile a quella dei nostri canti a distesa. La chitarra portoghese, la chitarra del fado, ha una sonorità molto vicina a quella del mandolino e della chitarra battente.
Gli inserti in napoletano e in arabo riportano alla nostra cifra stilistica e sono il segno di una libertà inventiva che rivendichiamo alla musica.
In fondo temi, musiche e suoni ricorrono; in fondo tutto il mondo è paese.