(Forrest Hill Records, 2003)
Punto di partenza: Napoli.
Metaforicamente distesa con le zizze al vento davanti al mare e sempre pronta a dare conforto a chi lo chieda.
Incontri e Scontri.
Gente che sembrava più lontana ritrovata sotto una bandiera di pace; un venditore ambulante su una spiaggia dell’Algarve; le voci di Gabin Dabire e Faisal Taher, la cora di Lao Kouyate.
Bombe “intelligenti”; affrontare a 10 anni, sporchi e senza casa la vita a Bogotà; essere colpito da un proiettile nel tentativo di liberare a tutti i costi Napoli dai tedeschi.
Cultura e Inciviltà.
Poesia, musica e parola da Africa, Italia e Palestina; il mito della tarantola; la storia da un punto di osservazione differente.
Una pinacoteca a Kabul distrutta da un missile; potenti che non ascoltano quelli “che non valgono niente”; acqua che manca e acqua che si spreca.
Amore e Malessere.
Non sapere perché ti ha lasciato; chiedere un pegno di amore; dimenticare il passato e ricominciare.
Sentire qualcosa che brucia come nonsoché; non sapere cosa fare chiusi “dentro” mentre “fuori” la gente muore; un figlio che muore e un padre che sopravvive.
Musica e Musica.
Allargare il proprio Mediterraneo verso Cuba, sognare Capoverde e intravedere l’Africa; concedersi la libertà di accostare culture e suoni diversi.
Suonare una tarantella su un tumbao; perdersi in un fado di Lisbona e ritrovarsi nel bel mezzo di una canzone napoletana.